DURATA: 20 NOTTI
USA on the road
Vi è mai capitato di fantasticare su come sarebbe attraversare gli Stati Uniti alla guida di una mitica Harley Davidson o di un Fuoristrada dalle dimensioni “Americane”? Oggi, se lo desiderate, potete avere l’occasione di vivere questa esperienza. Vi proponiamo un indimenticabile viaggio dall’Est all’Ovest degli U.S.A., a bordo della Harley Davidson Fat Boy oppure del fuoristrada Explorer della Ford per conoscere questo paese e viverlo da ”easy rider”. Un’esperienza unica che vi permetterà di cimentarvi con strade senza fine e paesaggi mozzafiato; sarà certamente un viaggio “adventure” fuori dal comune.
Itinerario
Partenza dall’Italia con volo di linea per Chicago, via scalo internazionale. All’arrivo ritiro del veicolo in aeroporto e sistemazione per una notte in hotel. Pernottamento.
Inizia l’avventura! Lasciamo Chicago e l’Illinois e puntiamo a nord verso Milwaukee, culla delle Harley-Davidson; poi proseguiamo attraversando tutto il Wisconsin, superiamo il fiume Mississippi ed entriamo nel Minnesota dopo circa 650 Km. Pernottamento a Minneapolis.
Dopo la prima colazione, costeggiando il lago Minnetonka, lasciamo Minneapolis e proseguiamo verso sud-ovest diretti nel South-Dakota, a Sioux Falls, antica patria degli indiani d’america. Arriviamo dopo circa 4 ore di guida.
Lasciamo Sioux Falls rimanendo nel South-Dakota dirigendoci verso Rapid City. Attraversiamo le pianure e il lago Francis Case, il Badlands National Park e il fiume Cheyenne. Le formazioni frastagliate del Badlands National Park si ergono a picco sul territorio circostante; offrono forti scenari che a seconda delle stagioni, affascinano in maniera sempre differente. Le rocce di questo parco hanno subito 37 milioni di anni di erosione creando pinnacoli, canyon profondi e intricate formazioni.
Ci dedichiamo oggi alla visita dei dintorni di Rapid City, da Black Hills a Mount Rushmore, da Crazy Horse al Canyon Spearfish. Praterie infinite coperte di verde a di fiori selvatici, conducono ai picchi di granito delle Black Hills, oppure “paha sapa” come venivano chiamate dagli Indiani Lakota. Situato proprio in questa zona vi è Il Mt. Rushmore National Monument, con le facce dei quattro Presidenti Americani (Washington, Jefferson, Lincoln e Roosevelt) scavate nella roccia e che è stato scolpito da Cutzon Borglun il quale vi impiego 14 anni della sua vita. Wind Cave National Park e Jewel Cave National Park si trovano a pochi chilometri dalle Black Hills del South Dakota.
Lasciamo il South Dakota, ci addentriamo nel Wyoming e saliamo nel Montana. Costeggiamo da Buffalo le Big Horse Mountains, e più a nord la riserva indiana dei Cheyenne. Prima di giungere a Billings superiamo Little Bighorn Battlefield National Monument, che è il luogo dove Toro Seduto e Cavallo Pazzo hanno annientato l’esercito americano capitanato dal generale Custer. Nei dintorni di Billings, il Pictograph Caves Historical Site conserva resti della civiltà preistorica di 5.000 anni fa.
Siamo nel cuore delle montagne rocciose, rientriamo da nord nel Wyoming e ci aspetta il Yellowstone National Park, patria degli indiani Shoshone. Yellowstone è il primo Parco Nazionale del mondo che si estende per la maggior parte nello Stato del Wyoming, ma sfora anche in Idaho ad est e a nord nel Montana. Annovera oltre 10.000 fonti termali; comprende geyser, fanghi, piscine d’acqua calda naturali e crateri dai quali fuoriesce vapore incandescente. E’ sicuramente uno dei posti più spettacolari della terra. Pernottamento sulle rive dell’omonimo lago Yellowstone.
Giornata dedicata alla visita del parco di Yellowstone.
Il Parco Nazionale di Yellowstone (Wyoming), il primo parco nazionale del mondo, è per molti versi il gioiello dei parchi americani. Più grande di Porto Rico, disseminato di oltre 10.000 sorgenti termali (compresi circa 250 geyser attivi, il più conosciuto dei quali è l’Old Faithful) in uno dei crateri vulcanici più grandi del mondo, Yellowstone offre anche lo splendido spettacolo del Grand Canyon e contiene la più alta concentrazione di mammiferi dei 48 stati continentali. I residenti più numerosi sono i grizzly, gli orsi bruni, i bisonti, gli alci delle Montagne Rocciose, i lupi e le pecore bighorn. Le caratteristiche più pubblicizzate di Yellowstone sono le sorgenti calde, i geyser, le pozze di fango e le fumarole, che probabilmente si trovano qui perché si tratta di uno dei punti più vicini al centro della Terra. Il fascino dei geyser è dovuto anche alla puntualità con la quale eruttano a ribollono, come se fosse uno spettacolo a orari prestabiliti. Sfortunatamente, la bellezza e la popolarità del parco rischiano di diventare la causa della sua stessa distruzione. A comprometterne la bellezza contribuiscono i 30.000 visitatori giornalieri, gli oltre duemila edifici, le 930 stanze d’albergo e i 430 km di strade che lo percorrono. A Yellowstone si può fare di tutto: camminare, andare in barca o in bici, pescare, sciare, tutte attività che riusciranno forse a tenervi lontani dalla folla.
Lasciamo il parco di Yellowstone, puntando a sud costeggiando il lago Jackson, nel Grand Teton National Park. La tappa di oggi termina nello stato dell’Idaho, a Idaho Falls. L’Idaho giace a metà strada tra l’Equatore ed il Polo Nord nel versante occidentale delle Rocky Mountains, originando così un clima temperato con sole splendente e cieli blu, anche in pieno inverno. Ad ovest di questo Stato si trova l’Hells Canyon National Recreation Area, la gola più profonda del Nord America, molto più profonda del Grand Canyon, nella quale scorre lo Snake River. II Craters of the Moon National Monument, nel centro dell’Idaho, è stato soggetto a recenti eruzioni vulcaniche che hanno fatto sì che la zona assomigli alla superficie lunare tanto da essere usato nelle esercitazioni degli astronauti americani. Contiene 40 percorsi diversi tracciati dalla lava, alcuni formatisi solo 250 anni fa. L’Idaho possiede scenari selvaggi di incontrastato splendore e un numero elevatissimo di corsi d’acqua, oltre 5.000 chilometri, che nessun altro Stato può antare. E’ in assoluto il paradiso per gli amanti di river-rafting.
Da Idaho Falls proseguiamo verso sud superando Pocatello, prima di attraversare il confine con lo Utah, lo stato dei parchi nazionali. Costeggiamo il gran lago salato e arriviamo a Salt Lake City per il pernottamento.
La storia di questa città è indissolubilmente legata ai mormoni e a Joseph Smith, fondatore del movimento religioso negli anni ’20 del 1800 e perfino l’uccello simbolo dello Stato, il gabbiano, rappresenta la salvezza per i mormoni salvati, intorno al 1850 dalla distruzione dei raccolti ad opera di una gelata e di una invasione di cavallette sterminate, appunto, da uno stormo di gabbiani. Attualmente i mormoni rappresentano il 40 per cento della popolazione. Proprio una delle caratteristiche di questa religione, la poligamia, ritardò notevolmente l’annessione dello Stato dello Utah all’Unione, concessa soltanto dopo l’abolizione di questa pratica solo nel 1896 con Salt Lake City che ne divenne la capitale. Il grandioso edificio del Campidoglio, che a vederlo sembra sempre di essere sul set di Capitol – per chi non se lo ricordi è stato il progenitore di Beautiful – venne finito nel 1915. La storia moderna è invece del tutto simile alle altre città americane, depressione degli anni Trenta compresa ma, attualmente, questa città è rinomata come centro escursionistico e trova nell’industria turistica una delle maggiori risorse dello Stato.
Lasciamo Salt lake City costeggiando il lago Utah e ci prepariamo ad ammirare gli altopiani che caratterizzane questa zona del West America. Prima di raggiungere Moab visitiamo l’Arches National Park, l’altra delle meraviglie create in questa regione dall’azione erosiva degli agenti climatici, con risultati ogni volta diversi e sorprendenti. In questo caso si tratta di oltre 1500 archi di pietra, dalle forme piu’ diverse, alcuni imponenti e monumentali, altri delicati e dall’apparenza talmente fragile da dare a ciascun visitatore l’impressione che potrebbe essere l’ultimo a vederli in piedi (in effetti, questo sara’ il destino di tutti gli archi… tra qualche millennio). Una trentina di questi sono abbastanza famosi e suggestivi da essere stati battezzati con un nome, come il Double Arch, il Landscape Arch, e il più famoso di tutti, il Delicate Arch, reso noto tra l’altro da alcune campagne pubblicitarie. Del resto Arches N.P. e’ un set celebre per i films western e le loro varianti moderne. Qui sono state girate alcune scene di Thelma e Louise.
Dedichiamo la giornata alla visita dei dintorni di Moab, con possibilità di escursione al Canyonlands National Park oppure scendere il Colorado River in gommone.
Quando passeremo da queste parti facilmente incontreremo sulla nostra strada ciclisti, escursionisti o maniaci del fuoristrada. Tutti sono qui a cimentarsi con le asperità rocciose di Moab. Questa località è stata incoronata capitale mondiale dello “slick rock”, ovvero della roccia scivolosa, due gocce di pioggia bastano per rendere l’esperienza della mountain bike o del trekking molto più difficoltosa e talora irresistibile per i più spericolati. Moab, nata come colonia di Mormoni, difficilmente ci si sarebbe aspettata una evoluzione così poco in linea con le sue origini; oggi da qui passano migliaia di persone che si dedicano sia a sport estremi che alla semplice contemplazione della natura. Nuovo pernottamento a Moab.
Partiamo all’alba per questa bellissima tappa, e riprendendo la strada verso Nord-Ovest, attraversiamo Capitol Reef. Sono circa 220 miglia tra scenari mozzafiato in cui il tema dominante saranno spazi pressoché infiniti ed un susseguirsi di colori ai limiti del reale. Arrivo al Bryce Canyon in serata. Pernottamento.
In mattinata visitiamo lo spettacolare anfiteatro naturale del Bryce Canyon e proseguiamo il viaggio. Costeggiamo il Lake Powell, piccola escursione in Arizona, attraversiamo la cittadina di Page, per giungere al tramonto alla Monument Valley. La Monument Valley è un’icona degli Stati Uniti occidentali. Il pianoro desertico è in realtà di origine fluviale e si trova al confine tra Utah e Arizona in un’area abbastanza isolata quanto estesa che dista più di 70 km dalla cittadina più vicina: Kayenta. La strada che conduce alla Monument Valley nella parte terminale è altrettanto famosa: essa segue un percorso rettilineo in leggera discesa che dà al viaggiatore l’impressione di calarsi all’interno della valle. Pernottamento a Kayenta.
Tempo a disposizione per un’altra visita della Monument Valley, e ripartenza alla volta del Grand Canyon. Il Grand Canyon, in Arizona, è sicuramente lo spettacolo naturale più famoso degli USA che con i suoi 443 km di lunghezza, 16 km di larghezza e 1,6 km di profondità, ha sicuramente tutti i numeri per esserlo. Ma qui non si tratta di sola quantità: i picchi, le stratificazioni colorate della roccia, la vista terribile e sublime hanno fatto conquistare al Grand Canyon un posto nell’elenco del Patrimonio Universale. Pernottamento all’interno del parco.
In mattinata si prosegue con la visita del Grand Canyon e prima del tramonto puntiamo diretti su Las Vegas, la città più originale d’America. Una volta era “solo” la capitale mondiale del gioco d’azzardo. Oggi Las Vegas è in grado di offrire una nuova serie di attrazioni davvero incredibili: è sufficiente passeggiare lungo la “Strip”, la lunghissima via che attraversa la città, per ammirare stravaganti hotel dove vengono riproposti ambientazioni storiche e spettacoli di ogni genere. Questo universo di luci e suoni è un susseguirsi di hotel-casinò, ristoranti, bar e “Wedding Chapels”, le chiesette dei matrimoni-lampo e dei divorzi fulminei. Mentre i grandi tentano la fortuna alle slot-machines, i piccoli hanno a disposizione infinite occasioni di svago. E ancora giardini, piscine, club esclusivi per questo universo che non dorme mai, dove la parola d’ordine è una soltanto: divertimento. Ma non fermatevi tutto il tempo a giocare… con un veloce balzo è infatti possibile ammirare le meraviglie naturalistiche dei grandi parchi dell’Ovest – su tutti il Grand Canyon – grazie a straordinari voli panoramici in partenza proprio da “Vegas”.
Lasciamo Las Vegas ed entriamo in California attraversando la Death Valley, una delle depressioni più basse della Terra, sotto il livello del mare.
Questa vasta area desertica, alle porte di Las Vegas, è stata nominata in modo particolarmente tetro dai primi pionieri che nel 1849 la attraversarono per raggiungere la California. Proprio in quest’anno si vide la più consistente migrazione da est verso l’oro che, di recente, era stato scoperto nell’ovest. Molti furono quanti si smarrirono e, non riuscendo a trovare il valico attraverso la Sierra Nevada, vagarono per mesi nella Death Valley (Valle della Morte). Questa veniva attraversata durante il periodo autunnale, ad evitare le alte temperature che avrebbero certamente sfinito sia gli animali da traino sia i loro guidatori; la scelta del momento in cui lasciare Salt Lake City (importante punto di rifornimento sulla via dell’oro), era fondamentale, il caldo del deserto poteva essere letale quanto il gelo invernale delle montagne. Dopo mesi e mesi di cammino, un piccolo gruppo di pionieri dovette, al fine di sopravvivere, bruciare parte dei carri ed uccidere alcuni buoi, una tempesta di neve li salvò da morte sicura fornendogli l’acqua per proseguire. Uscendo dalla Valle una delle donne, sfinita dal viaggio, voltandosi verso l’inospitale paesaggio disse: “Addio valle della nostra morte” e da allora ne decretò inconsapevolmente il nome. Oggi la Death Valley offre esclusivamente i vantaggi di un paesaggio veramente spettacolare senza i pericoli che condizionavano il cammino dei primi pionieri.
Proseguiamo poi verso il Sequoia National Park. Questo bellissimo parco sorge, insieme al confinante Kings Canyon National Park, nella parte Est della California, tra la catena montuosa della Sierra Nevada e l’ampia valle del San Joaquin. La natura si offre allo sguardo del visitatore: imponenti vette, canyons, fiumi, laghi e soprattutto la foresta con le sue gigantesche sequoie.
Il nome di questa pianta deriva da un indiano del luogo – Sequoia (1770-1843) – che è considerato il padre dell’alfabeto cherokee. La famiglia delle sequoie cresce solamente in California e si suddivide in due tipi con caratteristiche decisamente diverse: la sequoia gigante o wellintoniana cresce naturalmente solo in questa zona della Sierra Nevada, può vivere fino a 3200 anni e superare gli 80 metri di altezza; è caratterizzata da un tronco grande e tozzo ricoperto da una corteccia rossa ed ha grossi rami posti ad una notevole altezza. la sequoia sempervirens o redwood invece cresce sul Pacifico a Nord di San Francisco ed ha un tronco più snello ricoperto nella parte superiore da una chioma di foglie molto fitta. Questo albero – dal portamento piramidale – può raggiungere i 100 metri di altezza e vivere fino a 2000 anni. Entrati nel parco, diamo la precedenza al “General Sherman Tree”, l’organismo vivente più vecchio del mondo; ovviamente si tratta di una sequoia alta 84 metri che ha 2700 anni ed una circonferenza di 31 metri! Camminare tra questi colossi della natura è un’esperienza difficile da descrivere, bisogna provarla: c’è un silenzio meraviglioso e i nostri sensi vengono colpiti anche dal profumo intenso di resina che c’è nell’aria: è il profumo della natura.
Risaliamo la California e da Sequoia National Park ci dirigiamo verso San Francisco. Lasciamo il parco scendendo dalla Sierra Nevada nella fertile Central Valley. Attraversiamo la regione degli agrumeti ed i primi avamposti della produzione del vino californiano. Arrivando in fretta a San Francisco. Entriamo in città percorrendo il celebre Bay Bridge, costruito nel 1936 e lungo ben 13,6 km. Rilascio dei mezzi e trasferimento libero in hotel per il pernottamento.
Giornate dedicate alla visita della città e dei suoi tanti quartieri, come quello italiano di North Beach, quello latino-americano di Mission District oppure Chinatown la più grande comunità asiatica fuori dall’Asia, costituitasi nel 1847 con l’arrivo di minatori cinesi. Molto caratteristico Fisherman’s Wharf (il Molo Dei Pescatori) oggi ricco di negozietti, gallerie e ristoranti di pesce. E perché non fare una fotografia alla vecchia fabbrica di cioccolato in Ghirardelli Square, oggi grande centro commerciale e di divertimenti. Dalla vicina banchina di Pier 41 si può partire per un escursione ad Alcatraz Island, dove sorge l’ex penitenziario. Tappa certa del nostro tour è il Golden Gate Bridge alto 67 m sopra l’oceano e lungo 2,7 km, dall’altra parte del quale troviamo i quartieri artistici di Sausalito e Tiburon. Questa indomita metropoli nel corso della sua storia ne ha viste proprio tante! Terremoti e incendi non hanno però piegato lo spirito dei suoi abitanti. San Francisco viene considerata una delle città più accoglienti e vivaci della costa occidentale degli Stati Uniti. Qui è nata la famosa “Beat Generation”, una corrente di pensiero che, coinvolgendo indiscriminatamente letteratura, pittura e musica, ha saputo raccogliere sotto di se i sogni e le aspirazioni di milioni di giovani in tutto il mondo. Un nuovo concetto di profonda libertà da vincoli sociali trova la sua maggiore espressione nelle opere lasciateci dai suoi massimi rappresentanti: Jack Kerouac, Charles Bukowski, Allen Ginsberg, Joanne Kyger. Questi i precursori di tanti movimenti che solo a San Francisco avrebbero potuto ottenere lo spazio necessario per crescere ed evolversi. Una realtà lontana da preconcetti e libertaria per propria natura. Una San Francisco dove, ancora oggi, le minoranze trovano lo spazio per potersi esprimere come maggioranze.
Trasferimento in aeroporto e partenza con volo di linea per il rientro in Italia, via scalo internazionale.
Arrivo In Italia e termine del viaggio.
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